ACO4:01
Follow-up longitudinale di una serie di aneurismi cerebrali trattati con spirali: confronto tra Angio-RM con MDC ed Angio-RM 3D-TOF a 3T
C. De Filippis1, C. Righi1, F. Scomazzoni1, G. Calori1, F. Simionato1, N. Anzalone1
Purpose: Il ruolo dell'Angio-RM 3D-TOF nel follow-up degli aneurismi cerebrali trattati con spirali è definito. Sebbene sia stata dimostrata la superiorità dell'Angio-RM con mdc rispetto alla 3D-TOF nell'evidenziare la pervietà residua degli aneurismi, il suo ruolo è ancora oggi dibattuto. Lo scopo di questo studio è stato quello di verificare se vi è un valore aggiunto dell'Angio-RM con mdc nel follow-up a lungo termine degli aneurismi cerebrali trattati con spirali.
Methods: Sono stati inclusi nello studio 64 aneurismi cerebrali trattati con spirali di Guglielmi, regolarmente seguiti con 3D-TOF e Angio-RM con mdc su apparecchiatura 3T ogni anno per almeno quattro anni. E' stata utilizzata la scala di Raymond per valutare il grado di pervietà degli aneurismi embolizzati. Per ognuna delle due acquisizioni di Angio-RM è stato registrato il numero di occlusioni persistenti ed il numero di riabitazioni, insieme al numero degli aneurismi ritrattati. Sono stati calcolati gli indici concordanza (k) tra le due metodiche e, mediante curve ROC, la relazione tra il punteggio della scala di Raymond a 1 anno e il trattamento a 4 anni.
Result: Ad un anno dal trattamento la 3D-TOF ha evidenziato 31 aneurismi in classe 0, 23 in classe 1 e 10 in classe 2, mentre l'Angio-RM con mdc ha rilevato 22 aneurismi in classe 0, 31 in classe 1 e 11 in classe 2. A quattro anni la 3D-TOF ha evidenziato 28 aneurismi in classe 0, 22 in classe 1 e 14 in classe 2, mentre l'Angio-RM con mdc ha rilevato 19 aneurismi in classe 0, 28 in classe 1 e 17 in classe 2. Sono stati ritrattati sei aneurismi (9,3%) giudicati in classe 2 ad entrambe le tecniche ad un anno. Il grado di concordanza tra le 2 due tecniche si è dimostrato moderato (k < 0.7) ad un anno e a 4 anni. L’analisi delle curve ROC non ha evidenziato differenze tra le due tecniche in relazione al trattamento.
Conclusion: I nostri dati confermano la superiorità dell'Angio-RM con mdc nell'evidenziare la riabitazione degli aneurismi intracranici trattati con spirali. Tuttavia dall’analisi del follow-up a lungo termine non sembra emergere un suo chiaro impatto nella gestione del paziente.
aneurismi cerebrali, spirali, Angio-RM 3D-TOF e Angio-RM cmc
ACO4:02
PCONUS: esperienza preliminare di un singolo centro
A. Caragliano1, R. Papa1, A. Pitrone1, G. Bernava1, F. Granata1, M. Longo1, M. Velo1, S. Vinci1
1AOU Policlinico G. Martino, Messina
Purpose: Il trattamento endovascolare degli aneurismi cerebrali di biforcazione, ad ampio colletto, prevede l’impiego di diverse tecniche come ausilio al rilascio di spirali nella sacca aneurismatica. Tra queste troviamo quella del “cono gelato”, che consiste nel posizionamento della parte terminale di uno stent auto-espandibile in corrispondenza del colletto aneurismatico, a protezione dell’origine dei rami di biforcazione.
Il pCONus è uno stent in nitinol auto-espandibile, retraibile e distaccabile tramite elettrolisi, realizzato con l’intento di ottimizzare la tecnica del “cono gelato”.
La parte distale dello stent, dotata di quattro petali radiopachi, ha la funzione di sostenere le spirali ed evitarne la protrusione nel vaso parente e nei rami di biforcazione.
Il nostro intento è dimostrare come il pCONus, in casi selezionati, sia un dispositivo sicuro ed efficace.
Methods: Sono stati trattati sette pazienti (5F, 2M) con aneurismi occasionali di biforcazione ad ampio colletto, mediante il rilascio di spirali con l’ausilio del pCONus.
Sono stati analizzati gli aspetti tecnici procedurali, i risultati clinici e i controlli a tre, sei e dodici mesi.
Result: Da Settembre 2013 a Febbraio 2015 sono stati trattati sette aneurismi ad ampio colletto localizzati in corrispondenza della biforcazione silviana (4) e dell’arteria comunicante anteriore (3). Cinque erano primi trattamenti mentre due erano recidive.
La presenza del pCONus ha determinato la protezione dell’arteria parente e dei rami di biforcazione, permettendo un ottimale riempimento aneurismatico con le spirali.
Non sono state registrate complicanze intra e peri-procedurali.
I controlli angiografici finali hanno evidenziato la pressoché completa esclusione degli aneurismi dal circolo.
I follow-up hanno confermato la persistente stabilità dei trattamenti.
In nessun caso è stata riscontrata iperplasia intimale o modificazioni dell’arteria parente o dei rami di biforcazione.
Conclusion: La nostra esperienza mostra come il pCONus faciliti il rilascio di spirali negli aneurismi di biforcazione ad ampio colletto.
La protezione dell’arteria principale e dei rami di biforcazione dalla possibile protrusione delle spirali è valida.
La presenza del dispositivo agevola il riempimento della sacca aneurismatica raggiungendo un packing ottimale.
I controlli a distanza mostrano la stabilità del trattamento e l’assenza di iperplasia intimale tra le maglie dello stent.
Non sono state rilevate complicanze secondarie al rilascio dello stent.
Aneurismi cerebrali, Embolizzazione, Stent pCONus
ACO4:03
Follow-up degli aneurismi embolizzati a 3T: accuratezza diagnostica del personale dedicato nella valutazione dell' Angio-RM senza e con mezzo di contrasto
S. Piccinini1, F. Chizzolini1, R. Menozzi1, G. Crisi1
1Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, Parma
Purpose: L'occlusione di aneurismi viene effettuata prevalentemente con embolizzazione per via endovascolare mediante spirali. Il follow-up dei risultati viene generalmente eseguito mediante studio RM.
Un'ampia letteratura ha messo a confronto le tecniche di Angio-RM con e senza mezzo di contrasto (mdc), TOF e CE-MRA, eseguite con magnete di 1.5T o 3T.
Per quanto sia riconosciuta la superiorità dell'imaging a 3T non vi è accordo sulla necessità dell'utilizzo del mdc.
Inoltre, per quanto ci è dato di sapere, non sono state adeguatamente investigate le differenze di accuratezza diagnostica tra personale dedicato neuroradiologico e non. Partendo da tali considerazioni è stata studiata la variabilità inter- ed intra-osservatore tra un neuroradiologo esperto e un radiologo.
Methods: Sono stati retrospettivamente selezionati pazienti che hanno eseguito studio RM sia senza che con mdc tra Gennaio 2010 e Febbraio 2015 presso il nostro Centro. Le indagini sono state eseguite su sistema 3T (Discovery GE) e completate da sequenze Angio-RM senza mdc mediante tecnica TOF e con mdc (CE-MRA) mediante tecnica FSPGR. Le immagini sono state revisionate su workstation mediante ricostruzioni MPR, MIP e 3D.
Result: Sono stati rivalutati 56 pazienti (M 12 e F 44; età media:54 anni) per un numero complessivo di 73 studi Angio-RM.
Gli aneurismi sono stati classificati in base alle dimensioni in piccoli (<10 mm), medi (10-15 mm), grandi (15-24 mm) e giganti (>25 mm) e l'esito del trattamento è stato classificato mediante la scala di Montreal come: completamente occluso, residuo di colletto e residuo di sacca.
E’ stato utilizzato test statistico Inter-rater agreement (kappa).
La variabilità inter-osservatore si è rivelata nel complesso moderata, tuttavia, ad un’analisi più approfondita, le maggiori discordanze si sono concentrate nella valutazione dei piccoli residui (occlusione vs residuo di colletto) e nella corretta definizione delle dimensioni del residuo di sacca.
Conclusion: Nel contesto del follow-up a 3T, entrambe le sequenze TOF e CE-MRA sono ugualmente valide nella classificazione del trattamento endovascolare degli aneurismi intracranici. Tuttavia, i nostri risultati favoriscono lo studio senza mdc (TOF) per la valutazione del residuo di colletto per entrambi gli operatori; al contrario, l’osservatore meno esperto potrebbe giovare dall’utilizzo del mdc nel corretto bilancio del residuo di sacca.
aneurismi cerebrali, embolizzazione, variabilità inter-osservatore
ACO4:04
Valutazione del rischio di emorragia subaracnoidea in una popolazione di aneurismi cerebrali con diametro non superiore a 10 mm di riscontro occasionale
C. Pellegrino1, L. Valvassori2, E. Boccardi2
1Neuroradiologia Ospedale di Circolo Fondazione Macchi Varese, Varese
2Neuroradiologia Ospedale Niguarda Ca' Granda Milano, Milano
Purpose: Fornire indicazioni sulla gestione di pazienti con aneurismi intracranici piccoli non rotti scoperti incidentalmente.
Methods: La storia naturale degli aneurismi cerebrali piccoli non rotti rappresenta una questione notevolmente controversa. Attualmente la valenza del trattamento di queste lesioni è oggetto di studio. Scopo di questo lavoro è comprendere la validità di un approccio conservativo. Da Giugno 2001 a Luglio 2013, 625 pazienti si sono sottoposti a visita presso il Servizio di Neuroradiologia dell’Ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano a causa di riscontro incidentale di aneurisma intracranico inferiore o uguale a 10 mm, non rotto. Da Ottobre 2013 a Maggio 2014 sono stati contattati telefonicamente 454 pazienti (73%). I pazienti sono stati suddivisi in due gruppi: Gruppo A, pazienti che durante il follow-up non si sono sottoposti a trattamento endovascolare o chirurgico dell’aneurisma dopo la prima visita (408) e Gruppo B, pazienti che si sono sottoposti a trattamento (46).
Result: Il follow-up medio è stato di 56,4 mesi/paziente. Quattro pazienti hanno avuto emorragia subaracnoidea (ESA) da sanguinamento dell’aneurisma in studio (4/454, 0,88%). Il tasso d’incidenza di ESA è stato di 1,9/1000/anno-aneurisma.
Centonovantanove pazienti del Gruppo A (48,7%) non hanno eseguito nessun controllo dopo la prima visita. Duecentonove pazienti (51,2%) hanno eseguito uno o più controlli attraverso indagini Angio-TC o Angio-RM, per cui si è rilevata una variazione delle dimensioni dell’aneurisma in soli 9 casi (4,3% - 9/209). L’entità della variazione è stata inferiore a 2 mm in 6 casi (66,6%). Nel Gruppo B, 6 pazienti (13,04%) hanno avuto complicanze legate al trattamento.
Conclusion: Il nostro lavoro dimostra che sebbene la prevalenza di aneurismi cerebrali intracranici piccoli non rotti sia molto alta (dall’ 1-2% fino al 10% nella letteratura occidentale, circa 1 persona su 12-15), il rischio di rottura è molto basso. I controlli durante il follow-up non rappresentano un elemento determinante la gestione clinica di questi pazienti. Il tasso di complicanze del trattamento è notevolmente sfavorevole rispetto all’approccio conservativo.
Aneurismi cerebrali, ESA
ACO4:05
Trattamento degli aneurismi intracranici rotti e non rotti: 15 anni di esperienza nel nostro centro
G. Moscato1, F. Sacchetti1, A. Rustici1, M. Dall'olio1, C. Princiotta1, L. Cirillo1, M. Leonardi1
1Ospedale Bellaria, Bologna
Purpose: a retrospective analysis to show a 15-year single-centre experience.
460 patients underwent endovascular treatment for intracranial aneurysms.
A total of 527 aneurysmsm, 212 ruptured and 315 unruptured.
Morphological features, location, treatments and devices used, as well as complications, retreatments and outcomes (clinical and radiological)
Methods: 210 patients presented SAH and 250 unruptured aneurysms. There were 344 females and 116 males. Among SAH (212 aneurysms, the devices were: coils (172), stent and coils (13), stent (9; 4 of them FD) and glue (4).
Regarding 315 unruptured: coils (176), stent and coils (80; 8 Flow Diverters), stent (59; 31 Flow Diverters).
99 were in the posterior circulation, 121 at the ophthalmic artery, 109 in ACoP, 102 in ACoA, 41 in MCA, 31 intracavernous ICA and 8 in ACA.
follow-up with angioMR and DSA for one, three, six month and, when possible, for one or more years. Clinical outcomes were retrospectively collected at discharge and at follow-up and then classified by using the modified Rankin Scale of Disability.
Result: Among 527 aneurysms, 491 presented complete blood-flow exclusion; 36 were suspended: 13 coils protrusions, 18 impossible catheterization due to vascular tortuosity, 4 severe vasospasms 1 wasn't performed because of anti-aggregation-therapy poor response.
Among SAH patients, 12 haemorrhages and 17 thrombosis, mainly caused by vasospasm; 24 vasospasms/thrombosis 5 haemorragies occurred.
In the post-operative period we observed 59 mild and 6 severe ischemias; 12 mild and 3 severe haemorrhagies occurred.
Out of 460, we analysed clinical data from 295 patients: 89 patients were lost at follow-up and 76 died: 39 patients because of SAH-sequelae, 31 died because of reasons such as age, cardiopulmonary diseases or cancer.
41 out of 527 recurrent aneurysms were retreated (4 second retreatment).
30 were large/giant and irregular in shape (20 previously coiled, 10 embolized with stent and coils)
Conclusion: Our experience demonstrates that endovascular treatments of intracranial aneurysms has an acceptable safety profile with low rates of technical failure and retreatment.
GESTIONE, ANEURISMI, INTRACRANICI
ACO4:06
Variante tecnica di embolizzazione di MAVS a flusso bloccato (pentola a pressione), la nostra esperienza
M. Tecame1, A. Casasco2, L. Guimaraens2, A. Aleu2, A. Gil3, J. Theron2
1S.U.N. I Policlinico, Napoli
2Terapeutica Endovascular y Percutanea Hospital Nuestra Senora del Rosario, Madrid, Spain
3Interventional Neuroradiology Hospital Cruces, Bilbao, Spain
Purpose: presentare una variante tecnica di embolizzazione di malformazioni vascolari a flusso bloccato.
Methods: La variante di questa tecnica consiste nel creare un embolo prossimale costituito da coils e cianoacrilato,associato ad un precedente cateterismo distale ai coils, con questa tecnica si ottiene una buona iniezione del materiale embolizzante attraverso il microcatetere evitando il rischio di reflusso prossimale.
Result: Con questa tecnica abbiamo potuto embolizzare , con una sola iniezione un territorio malformativo certamente piu' ampio, rispetto a quello embolizzato con altre tecniche. Questo e' dovuto alla occlusione prossimale del ramo afferente, la quale produce una ipotensione relativa nel nido malformativo permettendo una piu' efficace distribuzione del materiale embolizzante all'interno del nido stesso e con una minore tendenza al passaggio venoso.
Conclusion: Questa tecnica ci sembra sicura ed efficace e sopratutto riduce il rischio di sanguinamento della MAV dovuto alla minore tendenza al passaggio venoso, che risulta molto vantaggioso nelle MAV con un solo drenaggio venoso.
AVM, embolization, new materials and thecniques
ACO4:07
Vertebroplastica e radiofrequenza nel trattamento delle metastasi vertebrali
G. Guarnieri1, P. Vassallo1, G. Amdrosanio1, M. Muto1
1Servizio di Neuroradiologia Cardarelli, Napoli
Purpose: Illustrare le indicazioni e risultati della Vertebroplastica (VP) associata a Radiofrequenza (RF) nei pazienti affetti da metastasi vertebrali.
Methods: VP + RFè stata eseguita su 12 pazienti (9 Maschi, 3 Donne eta media 55 anni) affetti da metastasi vertebrali: 6 da polmone polmonare, 3 da mammella, 3 da mieloma multiplo. Tutte le procedure sono state eseguiteprima della radioterapia e sotto fluroscopia in paizente prono sotto neuroleptoanalgesia. La biopsia ossea è stata eseguita in 4 pazienti. E’ stato eseguito approccio bipediculare in 10 pazienti.
Result: :I risultati sono stati valutati sulla base della scala analogica visiva e l'OswestryDisability Index. Abbiamo registrato un tassodi successo in termini di riduzione del sintomo dolore a 1 mese nel 77% dei pazienti con riduzione del VAS e ODI rispettivamente in medica di 5 punti e del 30% rispetto allo score iniziale. Fughe di cementovenose o discali si sono verificati in 2 pazienti,tutte asintomatiche. Nessuno dei pazienti ha indossata ortesi dopo il trattamento.I pazienti successivamente sono stati inviati al trattamento radiochemioterapico.
Conclusion: VP+ RF sono entrambi utili nel trattamento del dolore vertebrale. Basandosi sul principio della radiofrequenza l’associazione delle due metodiche è una ulteriore freccia a disposizione nel trattamento antalgico e antineoplastico delle metastasi vertebrali
vertebroplastica, radiofrequenza, metastasi vertebrali
ACO4:08
Trattamento delle cisti sinoviali del rachide: valutazione dei nostri risultati
R. Minotto1, A. Giorgianni1, C. Pellegrino1, A. Mercuri1, F. Baruzzi1
1Ospedale di Circolo e Fond. Macchi, Varese
Purpose: Le cisti sinoviali iuxta articolari della colonna sono una patologia non frequentissima, quando si sviluppano verso i canali radicolari o il canale vertebrale possono dare una sintomatologia simile a quella di un’ernia discale. Lo scopo del lavoro è di valutare l’efficacia dei trattamenti percutanei in questa patologia.
Methods: Vengono valutati i risultati ottenuti in 55 pazienti trattati presso la nostra UO di Neuroradiologia per cisti sinoviali sintomatiche, nel periodo marzo 2005 – marzo 2015.
I trattamenti sono stati eseguiti per via percutanea, sotto guida TC e fluoroTC, in anestesia locale. La valutazione dei risultati è avvenuta tramite visite ambulatoriali o interviste telefoniche. Per la valutazione sono stati utilizzati il Oswestry Disability Index ed il Roland-Morris disability out-come misure.
Result: Nella nostra casistica, nel controllo ad 1 anno il 41% dei pazienti si è dichiarato completamente libero dalla sintomatologia provocata dalla cisti sinoviale, il 24% ha rilevato un netto miglioramento, il 15% un beneficio ma scarso, il 18% non è migliorato, il 2% è peggiorato.
Nel controllo a 3 anni del gruppo che aveva dichiarato netto o completo miglioramento il 71% riferisce stabilità dei benefici mentre il 29% ha presentato una recidiva.
Conclusion: Dalla nostra esperienza il trattamento percutaneo delle cisti sinoviali è efficace e scarsamente invasivo: il 65% dei nostri pazienti presenta un miglioramento di 8-10 punti secondo il RMDI e risulta sotto il 20% del ODI. Tra i pazienti con risoluzione della sintomatologia vi è la possibilità del 29% di una recidiva nei 3 anni successivi al trattamento.
In letteratura i risultati sono estremamente variabili: sarebbe necessario definire meglio la metodica di trattamento percutaneo ed effettuare una metanalisi o uno studio multicentrico per disporre di un numero adeguato di pazienti.
BACK PAIN, SYNOVIAL CYST, SYNOVIAL CYST TREATMENT
ACO4:09
Embolizzazione preoperatoria nel management dell’angiofibroma giovanile del rinofaringe
A. Giorgianni1, C. Pellegrino1, A. Mercuri1, E. Sica2, M. Bignami2, P. Castelnuovo2, F. Baruzzi1
1Neuroradiologia Ospedale di Circolo Fondazione Macchi Varese, Varese
2Otorinolaringoiatria Ospedale di Circolo Fondazione Macchi Varese, Varese
Purpose: Valutare l’efficacia del trattamento endovascolare di embolizzazione nel management terapeutico di voluminosi angiofibromi giovanili nasosinusali.
Methods: Da Gennaio 2011 a Dicembre 2014, 26 pazienti (26 maschi; età media 21,3 anni; range 11-55) affetti da voluminoso angiofibroma giovanile invasivo del rinofaringe sono stati sottoposti a trattamento endovascolare di deafferentazione arteriosa della lesione dopo studio preliminare TC ed RM del massiccio facciale. A seguito di dettagliata analisi angiografica delle afferenze arteriose e di eventuali shunt con il circolo intracranico, previa microcateterizzazione selettiva dei rami dell’arteria carotide esterna, si è proceduto a iniezione endoarteriosa di microparticelle Contour con diametro di 355-500 micron in 15 casi (57,6%), 255-350 micron in 4 casi (15,3%), 150-255 micron in 1 caso (3,8%). In 6 casi (23%) sono state utilizzate particelle con duplice diametro, di 255-350 e 500-710 micron. Nelle 24 ore successive, tutti i pazienti sono stati sottoposti a resezione endoscopica rinosinusale della lesione.
Result: In tutti i casi, i controlli angiografici finali hanno documentato buona esclusione dal circolo dell’angiofibroma (100%) con significativa riduzione del sanguinamento intraoperatorio. In 23 casi (88,4%) i controlli RM eseguiti nell’arco delle 72 ore successive all’intervento non hanno documentato residui di malattia.
Conclusion: L’embolizzazione con microparticelle rappresenta una tecnica sicura ed efficace per ridurre il sanguinamento intraoperatorio e favorire l’asportazione completa dell’angiofibroma invasivo del rinofaringe.
Angiofibroma giovanile, Embolizzazione preoperatoria
ACO4:10
Modello organizzativo di una stroke unit di III livello
G. Bernava1, A. Pitrone1, R. Papa1, A. Caragliano1, M. Velo1, F. Granata1, M. Longo1, S. Vinci1
1AOU Policlinico G. Martino, Messina
Purpose: Il trattamento endovascolare migliora l’outcome dei pazienti con stroke ischemico acuto, così come dimostrato recentemente da diversi trials internazionali.
Un ruolo chiave viene giocato dalla selezione del paziente e dalla tempestività del trattamento.
La nostra esperienza dimostra che un modello organizzativo valido determina la centralizzazione dei pazienti alle stroke unit di terzo livello, riducendo i tempi del trattamento e quindi migliorando l’outcome clinico.
Methods: Nella provincia di Messina è presente una sola Stroke Unit di terzo livello.
Il 118 centralizza direttamente i pazienti alla S.U. bypassando qualsiasi ospedale della provincia.
L’U.O.C. di Neuroradiologia del Policlinico G. Martino di Messina fornisce una copertura diagnostica ed interventistica, con turni di reperibilità H24, 7 giorni su 7.
Al fine della possibilità di un trattamento endovascolare il paziente deve presentare determinate caratteristiche:
– Assenza di iperdensità ematica all’esame TC in condizioni basali;
– ASPECT score >/= 5, valutato mediante risonanza magnetica con sequenze pesate in diffusione(b = 1000 s/mm2);
– Dimostrazione mediante Angio-RM di occlusione di un grosso vaso;
– NIHSS > 8
Tutte le procedure endovascolari, preferibilmente eseguite in narcosi, vengono effettuate dopo/durante la somministrazione di rtPA(Actilyse) e.v.(0.9 mg/Kg), quando non controindicato.
Result: Da Febbraio 2014 ad Aprile 2015 sono stati trattati per via endovascolare 53 pazienti.
Nel primo trimestre 2015 sono stati trattati più della metà dei pazienti di tutto il 2014(n = 21).
Da Gennaio 2015, con l’attivazione del nuovo sito di RM adiacente alla sala angiografica, la selezione del paziente ha beneficiato di una drastica riduzione dei tempi e di un miglior outcome clinico dei pazienti sottoposti a procedura endovascolare.
I rigidi protocolli di inclusione basati sulla valutazione dell’imaging di RM non consentono il trattamento di quei pazienti che non beneficerebbero di una terapia, poiché già con danno neurologico anatomopatologicamente costituito.
Conclusion: L’ideazione di un percorso appositamente disegnato per il paziente affetto da stroke ischemico acuto, che sia il più semplice e rapido possibile ed una organizzazione con figure professionali dedicate, ottimizzano il servizio offerto ai cittadini rendendo possibile un miglioramento dell’outcome clinico.
Il modello organizzativo permette la centralizzazione dei pazienti che necessitano il trattamento endovascolare identifica prepotentemente il ruolo della neuroradiologia interventistica nella patologia ischemica.
Stroke Unit, ASPECT SCORE, NIHSS
ACO4:11
Trombectomia meccanica nel trattamento endovascolare dell’ictus di basilare: esperienza di un singolo centro
A. Giorgianni1, C. Pellegrino1, R. Minotto1, F. Carimati2, M. L. Delodovici2, G. Bono2, F. Baruzzi1
1Neuroradiologia Ospedale di Circolo Fondazione Macchi Varese, Varese
2Neurologia Ospedale di Circolo Fondazione Macchi Varese, Varese
Purpose: Dimostrare l’efficacia della trombectomia meccanica come trattamento di scelta nell’ictus di basilare.
Methods: Da Giugno 2013 a Febbraio 2015, cinque pazienti (3 maschi, 2 femmine; età media 62,8 anni; range 41-82) affetti da trombosi acuta di arteria basilare documentata con preliminare Angio-TC dei vasi del collo e del circolo intracranico sono stati sottoposti a trattamento endovascolare di ricanalizzazione nell’arco di 8 ore dall’insorgenza dei sintomi (media 4 ore, range 2-6 ore). La valutazione clinica iniziale ha documentato NIHSS medio di 18 (range 16-22). In un caso è stato effettuata terapia fibrinolitica endovena prima del trattamento. I restanti pazienti sono stati sottoposti direttamente a trombectomia meccanica. Durante la procedura è stato utilizzato stent Solitaire (3/5, 60%) e stent Revive (2/5, 40).
Result: La ricanalizzazione dell’arteria basilare è stata ottenuta in tutti i casi trattati (100%). I controlli al termine della procedura hanno documentato in 1 caso stenosi focale al segmento V4 dell’arteria vertebrale sinistra e in 2 casi rallentamento di circolo a livello dell’arteria cerebrale posteriore di destra, successivamente trattati con somministrazione endoarteriosa di 500 mg di Flectadol. I controlli TC post-procedurali non hanno evidenziato complicanze emorragiche. A 7 giorni dalla procedura l’NIHSS medio era di 4 (range 0-7). Il guadagno medio è stato di 14 punti NIHSS.
Conclusion: La procedura di rivascolarizzazione endovascolare meccanica (stent-retrive) è considerata, in accordo con quanto emerge dalla Letteratura, una strategia efficace e sicura per ripristinare la pervietà del vaso e migliorare l’outcome clinico dei pazienti affetti da trombosi acuta di basilare.
Trombectomia meccanica, Arteria basilare, Ictus
ACO4:12
Il trattamento degli aneurismi cerebrali rotti con colletto sfavorevole mediante stenting e coiling in acuto:la nostra esperienza con follow up a 1 anno
G. Guarnieri1, M. De Nicola1, M. Muto1
1AO Cardarelli Napoli, Servizio di Neuroradiologia, Napoli
Purpose: Scopo:illustrare i risultati del trattamento degli aneurismi cerebrali rotti con colletto largo mediante stenting e coiling in acuto
Materiali e Metodi: Sono stati trattati in acuto 40 pazienti (età media 55anni, 24 F 18 M) affetti ESA da rottura di aneurisma cerebrale, con colletto largo mediante la tecnica di stenting a protezione del colletto e coiling. Tutti i pazienti sono stati studiati con TC e AngoTC all'ingresso in PS e con esame angiografico cerebrale poi a conferma del sospetto di aneurisma cerebrale e per decidere la strategia terapeutica. La scelta del posizionamento dello stent è stata dettata dalla necessita di trattare il paziente in acuto con protezione delle spirali nel vaso parente. Gli interventi sono stati effettuati in anestesia generale e a tutti i pazienti è stata somministrata eparina per via endovenosa allo scopo di mantenere, durante la procedura, un ACT (Active Clotting Time) doppio rispetto ai valori iniziali e bolo Acido Acetilsalicilico 500 mg e.v. al momento dell'impianto dello stent. Nel post-operatorio è stata somministrata una terapia a base di aspirina a 100 mg per 3-6 mesi combinata a clopidogrel in una dose da carico di 300 mg e, in seguito, una dose giornaliera da 75 mg per 1-3 mesi. Abbiamo usato Stent a celle aperte autoespandibile (Neuroform EZ Stryker) in 2 casi e in tutti gli altri casi abbiamo usato stent a celle chiuse autoespandibile (Enterprice Johnson & Johnson). In 15 casi è stata eseguita la tecnica di Jailing. Tutti i pazienti sono stati controllati a 6 mesi mediante RM e angioRM con mdc e a 1 anno con DSA
Risultato: L'esclusione dal circolo della sacca aneurismatica nel 90% dei casi con neck rest nel 10% , in accordo con la classificazione di Raymond. Abbiamo registrato 2 casi di eventi tromboembolici intrastent in acuto trattate con somministrazione di Reopro e.v. Si sono verificata 4 casi di minor stroke a distanza di 4 e 6 mesi dal trattamento trattati con terapia medica. Non si sono osservate emorragie post-trattamento a breve o medio termine . Nel follow up a 1 anno abbiamo registrato un tasso di ricanalizzazione pari al 10% senza apprezzabili stenosi intrastent
Conclusioni: Il trattamento degli aneurismi cerebrali rotti con colletto largo mediante stenting e coiling in acuto appare essere una valida opzione terapeutica con bassa incidenza di complicanze rispetto al trattamento di remodelling
ACO4:13
L’efficacia ed i limiti dei flow-diverter nel trattamento degli aneurismi cerebrali
A Paolucci1, M Isalberti1
1Fondazione Cà Granda Ospedale Policlinico Maggiore Milano
Purpose: Lo scopo del lavoro è stato quello di valutare l’efficacia del trattamento endovascolare
con Flow-diverter degli aneurismi non rotti e delle recidive di aneurismi precedentemente embolizzati del circolo carotideo e vertebro-basilare a tre mesi e ad un anno dalle procedure
Methods: Dal Luglio 2011 al Febbraio 2015 sono stati trattati quarantuno aneurismi in trentasette pazienti mediante l’utilizzo di Flow-Diverter.
Di questi quindici erano del tratto sopraclinoideo, quattro erano carotido-oftalmici, tre erano cavali, tre del tratto intracavernoso, sei della cerebrale media, due della vertebrale, tre della cerebrale posteriore, due della cerebrale anteriore e due del tratto distale carotideo extracranico.
In tutti i pazienti è stata somministrata una duplice terapia antiaggregante per tre mesi e singola nei successivi nove mesi.
In tutti i casi è stato utilizzato un solo Flow-Diverter, ad eccezione di tre casi.
Il follow-up angiografico è stato effettuato a tre mesi e ad un anno
Result: In nessuna procedura si sono verificate complicanze emorragiche. In un solo caso si
si sono formati coaguli a distanza prontamente disciolti mediante l’utilizzo di Aggrastat. Nessuna complicanza clinica al risveglio. In due casi si è documentato rallentamento di flusso delle arterie oftalmiche al follow-up a tre mesi, spontaneamente risoltosi al follow-up ad un anno.
A tre mesi sono stati controllati trentasette aneurismi.
Di questi, si è documentata l’occlusione totale (100%) o pressoché totale (90%) in ventiquattro (65%), la riduzione fino al 50% in sei (16%), i restanti sette erano invariati.
A dodici mesi sono stati controllati ventiquattro aneurismi.
Di questi, si è documentata l’occlusione totale (100%) o pressoché totale (90%) in 22
(91%), i restanti due erano invariati rispetto al controllo ai tre mesi.
In questi ultimi due casi gli aneurismi originavano in corrispondenza di una comunicante posteriore dominante con il tratto P1 omolaterale ipoplasico
Conclusion: Il trattamento endovascolare degli aneurismi mediante l’utilizzo di Flow-Diverter si è dimostrato più sicuro ed efficace rispetto alle altre tecniche precedentemente utilizzate nella quasi totalità dei casi.
In questa casistica i limiti della procedura sono riferiti ai casi di aneurismi che originavano da comunicanti posteriori dominanti per possibili alterazioni emodinamiche.
Aneurismi, Flow-diverter

